Shopping in un multibrand dall’anima francese e una selezione molto personale
La boutique di Delphine Caucé a Bordeaux nasce dalle esperienze della proprietaria nel mondo della moda e ha il rosso come filo conduttore, fra abiti, borse e tanto cashmere.
La boutique jqln. di Bordeaux nasce per amore. Amore per la moda, certo, ma anche per un uomo, un deuxième amour che ha fatto decidere alla proprietaria, Delphine Caucé, di lasciare Parigi. «Ho lavorato a lungo nella parte commerciale di note maison. Sono stati anni intensi: da Balenciaga ho cominciato proprio appena Nicolas Ghesquière è stato nominato direttore creativo; da Chloé quando era da poco andata via Phoebe Philo, e poi ancora da Loewe. A un tratto ho realizzato che il mio mondo era diventato quello dei numeri, non c’era spazio per la passione. Un momento che ha coinciso con l’incontro di un uomo che abitava a Bordeaux. Così ho deciso di lasciare Parigi e di iniziare una nuova avventura imprenditoriale».
Il nome della boutique ha una sua storia: «Vendo tutto quello che per me è femminilità moderna, senza tempo, e cercavo un tocco femminile anche nel nome. Mi piaceva Jacqueline, anche perché, in quel periodo, stavo leggendo la biografia di una donna straordinaria, un’aristocratica del fashion, Jacqueline de Ribes. Ho trasformato il nome in un acronimo, e – insieme ad Atelier Malinowsky – in un bellissimo logo».
La boutique è giocata sui toni del rosso. «È il mio colore preferito: caldo, acceso. Lo spazio è quasi un appartamento, con una vetrina su strada. Adoro questa dimensione intima, che amplifico dando consigli e ascoltando le mie clienti. Il miglior complimento per me è quando una donna torna e mi dice: indosso tutto quello che ho comprato. E grazie all’online molte di loro acquistano a distanza, se vivono all’estero». I marchi su cui punta jqln. Sono «Courrèges, a partire dalle giacche (da 250 a 750 euro). Due brand che sento vicini sono The Row (pezzi da 500 a 4mila euro) e, da sempre, il minimalismo chic di Jil Sander (da 350 a 2.500 euro). Un nome libanese per gli abiti da sera e da cerimonia, qui molto importanti, è Rabih Kayrouz (da 400 a 2.500 euro). Ma anche JW Anderson (da 300 a 1.200 euro). Amo così tanto il cashmere di Alexandra Golovanoff, con la sua palette di colori delicata che ricorda quella per il maquillage, che ho deciso di offrire alle sue maglie un vero shop in shop (da 350 a 850 euro), perché un cashmere di buona qualità è davvero raro».
La femminilità passa anche dalle scarpe: «Avevo tanta voglia di tacchi dopo il periodo Covid e ho scelto quelli di Francesco Russo e Pierre Hardy (da 500 a 950 euro). Mentre le borse sono di Cahu (da 300 euro)». Infine, i gioielli: «Opto per gli anelli, gli orecchini e le collane di Sophie Buhai e Charlotte Chesnais (da 350 a 1.200 euro). Un gioiello può anche essere un regalo che facciamo a noi stesse». Uscendo da questo scrigno rosso si dispiega la città-simbolo dei rossi francesi. «Consiglio una colazione da Horace, davanti alla mia boutique, a base di caffè e pain au chocolat, che qui chiamano chocolatine. Suggerisco anche un salto al Musée des arts décoratifs e da Glloq, il delizioso negozio della mia amica Marina Chastenet: una sorta di épicerie surréaliste con un assortimento di pasta, cioccolato, confetture, oggetti per la casa. Un petit apéro per finire bene la giornata chez Maison Julien e la cena da Poulette, con aragosta e patatine».